Matematica e Poesia
Tenterò di dimostrare che nella Matematica c’è Poesia e che nella Poesia c’è Matematica. Certo la Matematica utilizza la Logica, anzi è Logica, Calcolo simbolico, Sintesi; per contro la Poesia è Creatività, Sentimento, Fantasia, Irrazionalità. Ma è proprio così? No, nella Matematica c’è Creatività, Fantasia così come nella Poesia c’è Calcolo, Regole, Sintesi. Pensiamo per esempio un campo della Matematica, la Geometria, la geometria euclidea. Gli enti primitivi della geometria: Retta, Punto, Piano e Spazio,  per esempio, non sono oggetti reali o meglio così come sono pensati dalla matematica non esistono nella realtà non è possibile disegnare un punto senza dimensioni, tutto nella realtà occupa uno spazio, ha una dimensione, così come non è possibile disegnare la retta propria  della geometria. Lo spazio in cui viviamo ha tre dimensioni, o meglio, noi percepiamo tre dimensioni, al massimo quattro, includendo il tempo. Ebbene la Matematica già da decenni studia gli spazi a infinite dimensioni. Non sono questi concetti che vanno al di là del reale, dei sensi, non sono creazione,  pura  fantasia? 
E l’antimateria ? Per dirla in poche parole, ha proprietà elettriche opposte rispetto alla materia che vediamo, essa è stata pensata prima dalla Matematica, è venuta fuori dalle equazioni matematiche, prima ancora che ne fosse dimostrata l’esistenza.
Così come i buchi neri, ultimo stadio di vita di una stella abbastanza grande, più grande del nostro Sole, che attira materia e luce, perciò buco nero, è venuto fuori dalle equazioni della relatività del geniale Albert Einstein , prima ancora che se ne dimostrasse l’esistenza. Pensate che uno dei problemi che maggiormente assillavano il giovane Einstein era: Cosa vedrebbe una persona che cavalcasse un raggio di luce?Non sono questi esempi di creatività, di immaginazione?
Ma se ne possono fare altri, molti altri, anzi un qualsiasi Teorema è un esempio di creatività. Infatti un teorema è costituito da un’ipotesi, dalla tesi e dalla dimostrazione che porta dall’ipotesi alla tesi. Ora se è vero che fissata quell’ipotesi si ottiene quella tesi, cioè fissata la premessa si ottiene quella conseguenza, è altrettanto vero che diverse possono essere le dimostrazioni, le strade. La creatività sta nel trovare strade sempre diverse, più agili, più semplici o anche più complicate, ma che aprono nuovi orizzonti, nuovi scenari. 
Anche la Poesia non è solo creatività, fantasia, ma anche calcolo. Pensiamo alla metrica, alla struttura del verso, alla ricerca della parola più appropriata per rendere meglio un concetto, per indurre un’emozione; oppure allo sconvolgimento delle regole, al superamento delle  regole stesse, alla cosiddetta licenza poetica. Il poeta quando struttura metricamente i suoi versi  li ordina secondo una successione ritmata e armonica, secondo ben precise regole.
E poi ancora la Poesia è Sintesi, è la capacità di rendere in una sola battuta, in una sola parola, situazioni, scenari, emozioni, stati d’animo che per la prosa richiederebbero pagine e pagine. Penso, per esempio, alla poesia ermetica, e in particolare ad uno dei capolavori di Ungaretti: “Mi illumino d’immenso”. Cioè in un unico verso sintetizza l’infinito.
Un’altra analogia  tra la Matematica e la Poesia la si coglie nei contenuti. E’ vero che la Matematica si occupa di problemi concreti che vengono dalla fisica, dall’economia, questioni che aiutano a vivere meglio; la poesia si occupa del sociale, della politica, di problemi esistenziali. E’ però sui grandi temi che queste due forme di arte di avvicinano maggiormente. La Matematica si occupa di scoprire com’è fatto il Mondo, ciò di leggere nella mente di Dio; la Poesia si occupa di interpretare, di spiegare il perché è fatto così, cioè di leggere nel cuore di Dio. Dante quando si accinge a descrivere ciò che ha visto in Paradiso chiede l’aiuto di Apollo, appunto il Dio della Poesia.  Entrambe, tuttavia, sia la Matematica che la Poesia sono consapevoli di non poter scoprire i segreti di Dio.
Un’altra caratteristica che avvicina la Matematica e la Poesia è la motivazione per cui si studiano. Provate a chiedere ad uno studioso perché studia la matematica, vi dirà certamente: Perché “mi piace” e non perché è il mio lavoro, non perché ci devo vivere; allo stesso modo provate a chiedere ad uno che legge poesie o che scrive poesie perché lo fa, vi darà la stessa risposta.
E poi ancora l’Ispirazione Poetica, quel  fenomeno affascinante, magico. Per certi versi è come l’entrare in trance per un mistico. Questo fenomeno quando crea un’opera d’arte può diventare contagioso, mi riferisco al cadere in trance, a perdere contatto con la realtà. Pensate alla sindrome di Sthendal. Il grande Matematico David Hilbert un giorno, nell’attraversare la strada, cadde. Si avvicinarono subito delle persone per soccorrerlo, ma egli li invitò a non aiutarlo, disse “sto pensando ad un passaggio che non mi riusciva prima”. Stava riflettendo sul teorema di Fermat, non voleva perdere la concentrazione, l’ispirazione, appunto.
Quindi la poesia, la vera poesia emoziona. E la matematica no?  Provate a chiedere ad uno che è riuscito a capire a fondo un teorema , un risultato o che addirittura ha scoperto un teorema vedrete cosa vi dirà a proposito  dell’emozione provata.
La matematica è perfezione estetica, la poesia tende alla perfezione estetica. La Poesia è Creazione perché partendo dalla realtà vi si allontana, la interpreta in modi diversi, crea nuovi modi di vedere. La matematica è  Scienza Creativa perché le sue affermazioni devono essere verificate,come stabilisce la Scienza, ma è creazione perché gli oggetti che studia sono quasi sempre frutto di pura immaginazione.
Tu, che contieni te stesso
Tu, che sottratto rimani te stesso
Tu, che sommato rimani te stesso
Tu, sei infinito
Si parla dell’Universo, di  Dio … di un Insieme Infinito?
Luigi Taddeo
Ultime modifiche: martedì, 17 febbraio 2015, 11:58