Risolvere un problema

Chi imposta un problema per tentare di risolverlo, si trova a considerare un insieme di fatti iniziali, detto STATO INIZIALE del problema (o anche DATI INIZIALI o DATI).

Si risolve un problema quando, da questo stato iniziale si perviene a uno stato dei fatti detto stato finale (o anche DATI FINALI O RISULTATI), caratterizzato da una migliore sistemazione di fatti già noti o dalla scoperta di fatti nuovi che completano il quadro in modo da renderlo logico e soddisfacente.

Trovare il processo di risoluzione di un problema o meglio risolvere un problema equivale dunque a RICERCARE una sequenza di azioni (PASSI) che, ESEGUITE accuratamente nell'ordine indicato, portano dai DATI INIZIALI ai RISULTATI, in modo che queste informazioni finali non comportino alcuna contraddizione con le informazioni iniziali.

La soluzione viene poi sottoposta a verifica da qualcuno che possiede un criterio di verifica.

 

 

Dopo vari tentativi di ricerca della soluzione è possibile che un problema non sia risolvibile cioè che non si riesca a trovarne neanche una soluzione.

Prima di affermare che un problema non è risolvibile occorre accertarsi che sia correttamente formulato: devono essere chiari gli obiettivi da raggiungere e devono essere noti i dati su cui operare per giungere a una soluzione.

Un problema è correttamente formulato se:

  1. non è evidente che il problema non ha soluzioni;
  2. i dati iniziali devono essere completi;
  3. deve esistere un criterio di verifica del corretto raggiungimento degli obiettivi finali.

Dunque un problema non è risolvibile se, pur essendo correttamente formulato, non ammette soluzioni.